E’ una spiaggia lunga e morbida, una distesa di sabbia fine, accarezzata da acque basse e trasparenti. Un mare calmo, sembra quasi cielo nelle limpide mattine d’estate, prima che il rumore della folla copra la sinfonia leggera delle onde. La brezza di maggio muove il verde della pineta e ricama merletti sulle dune dorate, laggiù verso il Pisciotto.
Certe nuvole vaporose si specchiano bianche sul blu del mare, in questa stagione così intenso e profondo, tra il nero degli scogli e lo splendore luccicante del lungomare.
Il lungomare è un fiocco di pietra che avvolge l’antico borgo marinaro, una fila di case basse e compatte affacciate su una strada di basole sbiancate dal sale e dal tempo; case che si appoggiano ognuna sulle altre, sorreggendosi a vicenda, come le famiglie di pescatori che le hanno abitate, nelle fredde notti di inverno, quando il mare in tempesta ti fa battere il cuore di ansia e preoccupazione. E da qui lo senti forte il rumore delle onde che flagellano il piccolo molo nero, proprio lì, dietro la casa delle suore.